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UN GIORNO MERAVIGLIOSO LUNGO QUANTO DA MONTECARLO A PISA di Loris Neri

08/07/2017

a cura di Andrea Bartalesi

 

(Ricevo con preghiera di pubblicazione questo stupendo articolo di Loris >Neri che ha pubblicato su XCORRE)

Un giorno meraviglioso quanto da Montecarlo a Pisa 

Seguo sempre il movimento podistico, ma ho fatto come Jack Frusciante e sono uscito dal gruppo.

Mi sono messo in disparte e ho continuato da solo. Ogni tanto però mi piace ricomparire e fare in compagnia quello che preferisco: correre!

Se posso, voglio farlo aiutando qualcuno. La mia sarà solo una goccia in mezzo al mare, ma anche gli oceani hanno bisogno di tutte le gocce. Ed è ciò che mi ha portato a prendere parte, per la seconda volta, alla Staffetta della Corri con Paolo da Montecarlo a Pisa. Il cui intento è solo simbolico, ma anche un piccolo modo per far conoscere la triste realtà dei bambini che soffrono, e con loro, tutte le famiglie che ne hanno all'interno purtroppo uno.

Durante la staffetta, porteremo verso l'Isola dei Girasoli il piccolo grande assegno ricavato con l'incasso della Corri con Paolo organizzata ad aprile.

Quel giorno fu una grande festa paesana, e cercheremo di renderla simile anche oggi.

È duro e molto difficile parlare di festa quando si nominano bambini e ragazzi affetti da leucemie o tumori, ma proprio per dare a loro uno stimolo, che bisogna farli sorridere, perché riuscendo a divertirli è l'unica maniera per rendere un po' più dolce quella vita che gli è stata donata tanto amara.

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Quella fantastica brigata di amici proveniente da Montecarlo ha programmato tutto nei minimi dettagli. Così verso le 7.00 di un caldo mattino d'inizio luglio, la piazzetta del paese inizia a riempirsi di magliette rosse e di braccia alzate. Davanti al monumento in memoria dei caduti delle guerre facciamo tutti insieme la prima foto delle tante che diventeranno il ricordo di questo straordinario viaggio.

Non abbiamo regole, non abbiamo fretta, non abbiamo obblighi. Correre è libertà e saremo liberi di farlo, ma sempre in compagnia.

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All'inizio sembra di vedere la carovana del Giro d'Italia: molte auto, un furgone, clacson e trombette che suonano, campanacci, fotografi e ciclisti. A correre per intero questa corsa speciale siamo in otto. Tenete a mente i nomi perché ci sono gambe forti e buone.

Michela e Mauro, marito e moglie entrambi ultramaratoneti.

Enzo, Massimo e Marco dell'Atletica Porcari con ottimi risultati sulle spalle (Marco corre una maratona in 2h53).

Gino il camoscio delle Apuane e nuovo Re dell'Etna, che con Umberto, rappresentano gli ultraultra delle corse difficili.

Odette, che tra una corsa e l'altra riesce spesso a vincerle e a ottenere risultati superlativi.

E poi ci sono io, l'unica mezza calzetta.

Per loro sarà una passeggiata, per me l'impegno dell'anno.

Insieme con noi si aggiungeranno ottime gambe (e che gambe...), sorrisi giovanissimi e tanta allegria.

Cathy e Martina saranno le nostre super biker di supporto, come lo sarà anche il piccolo Filippo.

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Alle 7.45 il gruppo si avvia e discende verso il Turchetto. Al momento l'aria è piacevole, si respira a pieni polmoni e ci godiamo chiacchierando quest’andatura galoppante, resa agevole dalla morbida discesa.

Prendiamo la via Romana Est e arriviamo con un veloce finale al primo punto sosta preparato dal panificio Pane e Poi.

La sonora carovana prosegue per irrompere nel centro di Porcari.

Svoltiamo a sinistra, e i lunghi viali ci portano fino a Capannori. Ci spostiamo verso il paese, e dopo qualche minuto ci fermiamo nel piazzale della chiesa.

Alcuni giovani si aggregano a noi, e così ripartiamo tutti insieme verso via Casalino e la zona industriale.

Oltrepassiamo la Sarzanese, per dirigerci verso Parezzana, sgambettando sopra quelle stradine immerse tra campi di grano tagliato e girasoli splendenti, rese ancor più tranquille da una domenica mattina calda e apparecchiata per la spiaggia.

Il sole inizia a punzecchiare, ma noi oltre a divertirci correndo, ci prendiamo attimi di sollievo, organizzando foto sopra i covoni o davanti a scenari da cartolina.

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Si prosegue e, sospinti dai giovani che si vogliono ricambiare nella staffetta, ci fermiamo a Verciano. Frutta e acqua mi rinfrescano, ma poi le gambe ci rimettono un po' prima di rendersi agili come prima.

Riprendersi da una sosta, anche breve, è sempre dura. Quando corri, vorresti non fermarti mai, quando lo fai, preferiresti non ripartire.

Non incontriamo auto, se non quelle dei nostri sostenitori, e il viaggio persevera allegramente.

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Costeggiamo l'Acquedotto Nottolini e a Badia di Cantignano facciamo altre sostituzioni di giovani atleti e di rinfrescate per noi podisti.

Entriamo in un tratto in leggera salita, per fortuna con un po’ di ombra. Qualcuno divaga nei pensieri sperando di allungare la corsa fino a Marina di Pisa. Poi magari ci faremo una nuotatina e ritorneremo a Montecarlo remando sopra il fiume.

Meglio tenere i piedi per terra e accontentarci di arrivare all'Isola dei Girasoli a Pisa.

Tocchiamo Coselli e altre stradine. Filippo, un giovanissimo biker che ci ha seguito fin dall'inizio, mi viene addosso quando io svirgolo a destra per andare verso una fontanella.

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Entriamo sulla Statale 12, io rimango un po' indietro (fatto assai normale) e inizio ad accusare il caldo. Qua il sole pare battere come un martello, per fortuna poco dopo si svolta a destra e saliamo a Santa Maria del Giudice.

Sosta obbligata nella piazzetta, dove con frutta e un dolcetto al cioccolato mi ricarico per affrontare un tratto di corsa piuttosto difficile.

Esco da paese e scendo nella SS 12, ma subito davanti a me compare il Foro dei Monti Pisani, ed è come vedere aprire una porta chiusa in un film dell'orrore.

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Pochi metri, e il traffico mi rimbomba nelle orecchie come se fossi la pallina di un flipper. Passano quattro motociclette e ogni volta è come sentirsi sotto un razzo della Nasa che sta per iniziare il conto alla rovescia.

Un chilometro lunghissimo duro più di una salita, odioso più di un sentiero in discesa pieno di sassi e fango.

Ne fuoriesco sano ma imbrattato come l'anno scorso. Ci sono rimasto attaccato come un anno fa. Stesso punto, stesso muro unto. Se avessi voluto farlo apposta, non ci sarei riuscito!

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Discendiamo lungo un tratto piacevole di sterrato, immersi tra i monti e la vegetazione, io ne approfitto per fare plin plin. Dopodiché ci fermiamo nello spiazzo dell'Anfiteatro di San Giuliano Terme.

Riuniamo tutta la comitiva e con un po' di pazienza e un sole che batte caldo sulla testa ci adagiamo sull'erba per fare una grande P umana.

La P di Paolo, di Pinocchio e di Paradiso.

A lui regaliamo le nostre braccia alzate, i nostri pensieri e i nostri battiti del cuore.

Visibile dallo sPazio, per noi sarà l'immagine ottimale che ci seguirà per anni.

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Qualcuno ne approfitta per farsi uno spuntino, e piano piano la carovana si rimette in movimento.

Per noi corridori (ancor più numerosi) ci aspetta la parte più dura e assolata, e soprattutto per un mezzo calzino come me, riprendersi da una sosta dopo aver percorso 30k, è come mettersi gli stivali per proteggersi nelle pozzanghere ma averli già gonfi d'acqua!

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Usciamo lentamente da San Giuliano per proseguire lungo via delle Sorgenti. Sembra una cosa strana, ma nonostante il viale si trovi tra monti e alberi, è tutto sotto il sole.

Eccome se picchia. Pare di essere sopra un barbecue, ed io, che con i miei tracciati Francigeni e boschivi mi credevo ormai immune alle scottature del podista, inizio a sentire le spalle bruciare.

Inoltre accuso dolori a chissà quali muscoli delle gambe. Mi sento dei chiodi infilati vicino al ginocchio, ma dentro di me provo una voglia che va di là dal desiderio di portare a termine questa staffetta.

Saranno le urla e le strombazzate dei nostri sostenitori, sarà questa compagnia eccezionale che mi rende questi fantastici ultimi chilometri, ma se stavo correndo una maratona, com’era già sempre successo, avrei rallentato fino a camminare. Sicuro che anche stavolta avrei fatto così. Invece grazie a loro, riesco a trovare uno stimolo ben superiore a quel muro che le mie gambe hanno già oltrepassato da un po'.

Ad Asciano troviamo la fontanella ed è come buttarsi nell'acqua fresca del mare dopo la stagione invernale.

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Si svolta a destra in via dei Condotti. Pure questo tratto bellissimo è tutto sotto il sole.

Le pietre dell'Acquedotto sembrano ribollire di sudore e polvere. Il gruppo si sfalda, perché le gambe migliori iniziano a fare la differenza e a scomparire.

Con la loro immensa pazienza ci riuniamo nei pressi della fontanella. Siamo agli ultimi chilometri, vogliamo arrivare tutti uniti all'Isola dei Girasoli.

L'Acquedotto dei Medici termina, siamo a Ghezzano e scavalchiamo la Vicarese.

L'ultimo chilometro diventa un’apoteosi. Si corre sulla pista ciclabile tra fischi, urla, braccia alzate e sorrisi.

Intoniamo cori da stadio. Ci spostiamo sulla strada a quattro corsie e la invadiamo tutta.

Mani nelle mani, l'uno accanto all'altro, la carreggiata è piena di noi.

Le auto si fermano, nessuno che getta suoni di clacson come succede nelle corse competitive.

L'asfalto tremola per i nostri passi e per il sole che lo fa brillare.

I nostri amici sostenitori ci attendono strepitanti. Urla e schiamazzi. Gioia, sorrisi e lacrime. Abbracci.

Siamo arrivati.

Una cinquantina di persone che sono rinchiuse nella foto conclusiva.

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38k importantissimi e il fatto sportivo diventano poco importante. 4h31 uniti da un legame speciale.

Una Montecarlo - Pisa che dalla morte di un ragazzo che ha sofferto cresce con la Corri con Paolo di aprile e aggiunge il suo sigillo con la consegna di quest’assegno.

Sono certo che Paolo Pieraccini è fiero di quello che riescono a fare i suoi genitori e i tantissimi suoi amici.

Che da qualche angolo, nascosto dietro a una stella, si sarà divertito guardandoci correre.

Che le tremila persone arrivate a Montecarlo in quel pomeriggio di aprile, l’hanno fatto col cuore e quando si ripresenteranno in ogni anno seguente, continueranno a far aumentare goccia dopo goccia, l'immenso mare della solidarietà.

Uniti da un giorno di festa, che grazie a oggi si è raddoppiato.

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Io vado a cambiarmi, mi siedo sull'erba e mi ripulisco un po'.

Qualcuno è andato a visitare l'Isola dei Girasoli. Questa stupenda palazzina creata dall’AGBALT onlus, Associazione Genitori Bambini Affetti da Leucemie e Tumori.

Ci ritroviamo tutti insieme nell'area del divertimento, per un ristoro creato apposta per noi.

Restiamo così, con qualche minuto per riprendersi, un buon caffè per ricaricarsi e poi le automobili si rimettono in movimento.

Una simpatica famiglia mi offre un passaggio e il viaggio di ritorno è ben più veloce di quello d'andata, ma non meno di compagnia.

Arriviamo a casa Troilo e quando qualcuno mi chiede come sto, posso solo rispondere che essere qui vuol dire che sto veramente bene. Basta guardarsi intorno: l'aria ventilata di Montecarlo, lo spazio verde, le colline fiorite, un profumo di benessere che sembra raggiungermi in ogni poro.

Felice fuori e contento dentro.

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Il pranzo è qualcosa di spettacolare. Vegetariano e onnivoro, Giusi, Gabriella, Luisa e Cathy ci hanno offerto cibarie buonissime. L'elenco è così lungo che preferisco ometterlo.

P.s. un punto in più per i cannelloni carciofi e asparagi di Giusi.

A pochi metri da me la festa prosegue ai bordi e dentro la piscina.

Quasi quasi mi faccio adottare, mi accuccerei anche in un angolo come un gatto sopra a un cuscino.

Verso le quattro mi alzo "altrimenti qua ci metto davvero le radici" e saluto i miei Amici Speciali.

Le parole in francese di Cathy "È bello condividere le proprie cose" mi fanno ancor più emozionare di quello che ero fin da stamattina.

 

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Ringrazio tutti di cuore. Non me ne volete a male se non ho citato qualcuno, se mi sono dimenticato, o se ho sbagliato qualche nome.

Dentro di me mi ricordo di voi anche quando non lo dimostro.

Loris Neri