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RAGAZZI, AL LIMITE DELL'INCOSCENZA

09/02/2009

a cura di Andrea Bartalesi

RAGAZZI, AL LIMITE DELL'INCOSCIENZA.

Due righe veloci sulla corsa di San Miniato, sull'acqua che veniva giù prima di partire, di come io, con gli amici, si sia rimasti in macchina ad aspettare una fine improbabile della pioggia e di come, poi, abbiamo preso il coraggio a due mani e ci siamo incamminati verso il colle di San Miniato.
Questa salita mi è sempre stata indigesta, figuriamoci ora, e arrivare sul pianoro del crinale dove si spartiscono le case di centro, mi da l'illusione di aver terminato le fatiche più dure. E invece ...
Stamani le salite sembravano più consistenti, quelle asfaltate, i km lunghissimi, anche se l'acqua che veniva dal cielo tendeva a diradarsi, ma in effetti ha continuato per tutta la mattina a picchiettare in terra davanti a noi.

 

 

 

 

 

 


Ma l'evento, se così si può chiamare, l'argomento del durante e dopo corsa sono stati i percorsi "contadini" quelli che ci hanno portato su strade di campagna, fra vigne umide, fra campi affogati e che avevano portato i loro liquidi nei fondali delle discese dopo aver bagnato e inzuppato i pendii. I tanti piedi passati prima di noi avevano fatto il resto, non lasciando nessun tratto intatto così che le nostre scarpe potessero trovare un attimo di grip, una presa. Allora cercavo rimedio nei solchi scavati dall'acqua e dove ancora questa correva. E' risaputo che dove scorre l'acqua il fondo è duro: stamani il rigagnolo era stretto e profondo e a volte si formavano pozze così che mettendo un piede "sicuro" ti trovavi ad affondare fino al ginocchio. Ormai le scarpe sapevano di doversi guadagnare il pane ed anche il companatico e mi rincresceva non aver mai avuto l'occasione di imparare a sciare: avrebbe fatto molto comodo andare giù con le mie "fette" e zigzagare per non prendere troppa velocità.
Come bambini incoscienti ci aggrappavamo a rami d'olivo lì per caso, cercavamo i rimasugli di fili d'erba o le vigne vicine dove il verde nascondeva lo strato di acqua che ci attendeva. Ogni tanto la velocità ci faceva diventare temerari e pensavamo come fermarci lanciando gridolini. Qualcuno malediva, qualcuno mandava improperi.

 

 


Non approvavo, nella mia incoscienza, e mi sembravano esagerati quelli che tornavano indietro. Decidevo di prenderla con la gioia del diverso e di stare attento a non cadere, di cercare l'impresa, e mi arrampicavo con i guanti e tutto quello che servisse, deviavo nei campi fino a che mi sembrava possibile, saltavo fossi "ruscellanti", sempre con la determinazione di arrivare. Certo la salita presentava intoppi in bilico fra l'andare o il tornare e le gambe richiamavano tutte le loro energie per ricominciare ad andare.
Certo poi questi punti particolarmente difficili si intervallavano con lunghi tratti di strada asfaltata dove i gruppi riuniti per una sorta di cameratesco sforzo comune si sfaldavano per le diverse velocità di crociera. Poi, ogni tanto un ristoro o un nuovo punto difficile ci facevano tornare fratelli. Il finale ci ripresentava nella salita che ci riportava in quota, a sinistra di una casa, un tratto dove arrampicarci non si poteva e allora scendevamo di sghembo per poter salire e aggrapparci a rami di ulivo (ancora loro) fino alla sommità. La stanchezza ci faceva vacillare, a volte, ma la determinazione era fondamentale e così nella discesa finale dove io mi aspettavo un riassunto della situazione, un campionario di tutte le difficoltà della mattinata e forse, proprio per questo, tutto mi è sembrato quasi normale.
Prima dell'arrivo ci hanno fatto deviare per 100 metri di viottolo con qualche bozzetto d'acqua: questo a qualcuno è sembrata una presa in giro, ma non pensavano che di lì passavano anche quelli che avevano fatto 3 km e le scarpe, loro, le avevano pulite!
Insomma, incosciente come sono, stamani mi sono divertito, ho fatto 24 km e non so quanto ci ho messo, ho mangiato due fette di pane abbrustolito con olio e mi sono portato a casa delle ottime mele. Cosa voglio di più?
Qualcosa ci sarebbe: che domenica a Porcari il tempo ci desse un po' di tregua, che venisse tanta gente e che si possa fargli passare una bella mattinata, una festa di sport a tutti.
Andrea Bartalesi