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LA SOLLA E LE COLLINE ETRUSCHE DI VOLTERRA

25/02/2014

a cura di Andrea Bartalesi

 

 

LA SOLLA -DIVAGAZIONE PODISTICA CON RITORNI AI LUOGHI E AI SENTIMENTI

Intanto vediamo che cos'è la Sulla o Solla.

 

SULLA - Hedysarum coronarium L

Foraggera

Specie: Hedysarum coronarium L.
Altri nomi comuni: Lupinella selvatica, Lupinellone, Erba lupina, Guadarulio.

Francese: Sainfoin d'Espagne, Sainfoin à bouquets; Inglese: Spanish esparcet, French honey suckle; Spagnolo: Esparceta, Heno sano; Tedesco: spanisce Esparsette.

 Origine e diffusione

La sulla è una leguminose appartenente alla tribù delle Hedysareae. È spontanea in quasi tutti i Paesi del bacino del mediterraneo, che viene pertanto ritenuto come il centro di origine della specie.
L’Italia tuttavia, è l’unico Paese mediterraneo e della UE, ove la sulla viene sottoposta a coltivazione su superfici significative e dove viene inserita negli avvicendamenti colturali.
Aree di nuova diffusione della coltura sono la Tunisia, la Spagna, il Portogallo, la parte occidentale del Nord America, l’Australia e la Nuova Zelanda; in quest’ultimo Paese la specie viene utilizzata prevalentemente per la produzione di insilato e come coltura di copertura per la conservazione del suolo. 

(da Agraria.org)

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E ora guardiamo le foto. Sono di mio fratello Paolo, molto belle.

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i colli rotondi. vecchi casolari, restaurati, cipressi come punti esclamativi

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macchiate di solla rossa-violacea

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fiore che esprime tutta la sua gioia e la sua esuberanza

 

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Ricordi.

Una Topolino, dove ci stringevamo in quattro, viaggi da qui a lassù, da qui dove vivevamo a lassù dove mia madre era nata. Un ritorno con la gioia del rivedere e lo sguardo critico nel vedere cosa era cambiato. Passata la Sterza, le colline ci portavano come su una giostra, le balze di Volterra, la chiesa a rischio, il Mastio, la siloutte della città etrusca ci osservava quasi gelosa. Il rosso violaceo dei colli di maggio, il vento che agitava il verde grano, la Bacchettona dove se volevi facevi rifornimento, Saline di Volterra, il suo treno a cremagliera, come ricordo, e ora solo un binario da attraversare.

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paesaggi verdi, solcati da vecchi fossi che portano le acque, cilei azzurri macchiati da bianche nuvole

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il grano che curva la testa e segue l'andamento dei venti, preparandosi a maturare a ingiallire a indorarsi, come i cieli diventeranno afosi e gialli di nubi calde

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ed infine Libbiano, su quelle che sembrano gobbe di cammello, ma per chi come me lo conosce la schiena è di mulo, di asino forse, non di cammello. La soma, i cesti che si alzavano e abbassavano a calvacioni com'erano sull'animale pacifico, che sbruffava ogni tanto, con il rumore degli zoccoli sulle pietre di gabbro, l'odore dello zolfo, il podere, la fattoria, le galline che ti attraversavano rapide e chiassose, i buoi con il loro ruminare continuo (me le ricorda Sir Alex Fergusson quando mastica la gomma) la strada sterrata, mio padre che ripeteva "dovremo fare i complimenti a Tonio, veramente in buono stato questa strada.." i castagni, una alta pila di una vecchia fonte ormai muta, l'ultimo strappo, i volti noti, solo un po' più marcati, gli abbracci, la gioia...

Ecco cosa vuol dire per me la "solla" ecco perchè per me la corsa di Fabbrica di Peccioli mi fa stare bene quando ci porta in basso nell'alveo dell'Era e i prati sono macchiati del rosso viollaceo e il vento agita il verde grano.....

Andrea Bartalesi