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IO E CLAUDIO ASPETTIAMO LA QUERCIA DEL PAPA di Andrea

17/05/2021

a cura di Andrea Bartalesi

Io e Claudio, nel silenzio di questi mesi, con il Covid imperante, sempre in agguato, sempre a impaurirci, comunque siamo stati in movimento e, muovendoci, abbiamo incontrati molti amici impegnati in allenamenti.

Mascherina, distanza, sentieri nei boschi, quasi roba da orientering.

Ieri avevamo in programma il sentiero numero 6 che da Petrognano porta alla Quercia del Papa.

Apro un finestra: il Comune di Capannori ha messo in atto molti sentieri tenendo pulito e segnalato il tracciato. Fra l'altro la scuola di Vorno da dove partiva, allora, la marcia proprio di Vorno e la competitiva di San Rocco, è stata trasformata in ostello con funzioni di ospitare i molti escursionisti che da tutta Italia vengono per passeggiare sul Serra. Facciamo un pubblico apprezzamento al Sindaco Menesini. Claudio ne conosce molti avendoli frequentati in questi tempi. Io ho Fatto il percorso con lui che da Vorno porta a Vorno passando da Coselli e dalla località Uomo morto e sono rimasto per come è segnato. Anche dalla pensenza dei primi 2 km)

Dunque ieri avevamo in programma di andare a vedere la Quercia del Papa, il nome sembra già una garanzia, ma con il brutto tempo, abbiamo preferito andare al Foro Boario a Lucca e farci il  Lungo Serchio o scogliera fino al Ponte dell'autstrada. Da qui prendere via Sillori per la Stazione Ecologica lucchese. Gabbiani che ormai hanno abbandonato l'idea del mare, si sono trasferiti qui e stazionano sopra i lunghi sostegni del recinto dell'Isola (almeno il nome!!). Guardano ad ovest, verso il mare ma il Monte Quiesa gli sembra un percorso improbabile per i loro ventri obesi, per la stazza in dimenzione che hanno raggiunto.

Sembrano monumenti ai gabbiani, enormi, lisci, come fossero cavatori trasferiti in città, dai quali è sparita la polvere del marmo e i volti non hanno più il ruvido del vento e del la fatica. E pensare che in una poesia "...tornano a sera, bianche di sale, ali di gabbriano.."

Passati da Sant'Angelo dove il campanile suonava, suonava, suonava, quasi il prete avesse dimenticato di spegnere le campane, ci siamo portati alla Stella per un caffè (mascherina, distanza, attenzione) (incontro con Roberto Pellegrini e signora, piacere, molto bello rivederci) e poi sono voluto andare a vedere la sortita (o come non nostro caso) l'entrata di Sant'Anna zona ex Manifattura.

Sono rimasto impressionato dalla bellezza di questi camminamenti, volte in mattoni, vere opere d'arte, un monumento in carta lasciato da Cartasia a dimostrare come mentre noi oziamo o ci lamentiamo in molti lavorini con arte, fantasia e destrezza.

Ritornare al Foro Boario, passando dagli argini del Serchio (dove negli anni degli studi rincorrevo i campioni per le finali provinciali della "corsa campestre".) è piacevole e veloce.

Insomma sempre sotto l'acqua, ma i nostri ombrelli non davano noia, ci siamo fatti 14 km tanto da tornare a casa con la giusta fame.

E domenica, a Dio piacendo, la Quercia del Papa. Ma di quale Papa si parla? Ma sarà così importante questa pianta? Vedremo

Andrea