Home  -   Chi Siamo  -   Cronache  -   Calendario Corse  -   Porcari Corre  -   News & Eventi  -   Il Medico Risponde  -   Tabelle Allenamento  -   Spazio Video  -   Contattaci
Home   -  Cronache   -  Cronaca

IN ALTO C'E' IL PARADISO servizio di Andrea

17/07/2017

a cura di Andrea Bartalesi

Andare in alto. Verso le vette, verso il cielo, dove l'immaginazione dell'uomo ha piazzato tutte le cose belle, compreso il Paradiso, pur essendo sovrannaturale. Viaggiare verso il cielo, dove tutto sembra infinito, spazi senza confini, i sogni possono vagare e fare le capriole in un cielo come quello di ieri, così pulito e azzurro.

La marcia di Filecchio è stata come di solito una bellissima realtà dove inserire i sogni e i nostri pensieri.

Tutto organizzato in modo perfetto, dopo averti fatto girare in tondo come maggiolini alle zizzole, dopo un'ora, dove ti avevano fatto scaldare le gambe, con brevi scalinate e salitelle, per vedere la chiesa, per passare in tutte le corti, vedere le opere di uno scultore di pietre, i fiori della Gina e il girasole della Iole che voleva la foto con lo sfondo delle Panie,

 

 

le dalie rosse per attirare tutti gli insetti del mondo, perchè loro, depravate, volevano essere profanate da api, vespe, calabroni e bofonchi...ci siamo trovati, dicevo, dopo un ora, sempre a Filecchio.

 

Allora abbiamo capito di partire per un viaggio, per un lungo viaggio. E molti si lasciavano scoraggiare dal loro stesso dubbio e sconforto e giravano, al ristoro, per la dieci km. Io, assaggiato il cocomero e sentitone la dolcezza e la freschezza, sentito nell'aria quella lieve agitare di fronde, fresco, che faceva friggere la pelle, ho tirato a diritto, in alto, sempre più in alto.

Partiti da 250 metri sul livello d.m. arriveremo in 6 km a 680 a Tiglio Alto, con sopra di noi alberi frondosi e ombrosi e se solo ti spostavi un attimo, il cielo, quello azzurro, puro, dove appunto i nostri sogni facevano le capriole.

E verso occidente uno stupore di Apuane, dal Forato , le Panie (in tralice), il Sumbra, nasone solitario, fino alla Tambura e terminava con la punta quadra del Pisanino.

In salita gli organizzatori avevano cambiato il sentiero sassoso e ripido con un bell'andare in loclaità Trine, con al ristoro il proprietario della bella casa che ci offriva dei piccadilly appena colti dall'orto, così com'erano, nudi, con la loro pelle rossa, senza sale, soli e nudi, per il nostro palato. Noi, il pomodoro e la terra. Ma quello che mi ha meravigliato è lo spirito di questo uomo che ha colto poco prima quei pomodori nel suo campo per farli assaggiare a noi, pellegrini, senza pace.

La chiesa a Tiglio Alto, dedicata San Giusto, aperta, mostrava la sua ricchezza e nel suo splendore, la grandezza di Dio. Ma uscendo fuori, guardare il mondo, tutto intorno, veniva voglia di ringraziare il Creatore. Noi uomini, nel mezzo dell'Universo. 

Insomma, avete capito, era bellissimo. E tornando caracollanti nella lunga discesa ci siamo poi cimentati con la salita del ristoro, quello dove ore prima avevamo deciso l'impresa, quella che avrebbe spezzato le gambe a un crocifisso, e andare per acacie e castagni, evitando i sassi, metteva a repentaglio le nostre caviglie stanche, ma il campanile della pieve di Santa Maria di Loppia (esistente da prima dell'anno 1000), e il ponte antico con le pietre e la salita dove il rumore dell'acqua dalla fonte, impreziosisva il sudore della nostra fronte, mettevamo sul piatto tutte le residue forze. 

Ma gli organizzatori lo sapevano e all'arrivo un piatto di una fumante polenta al ragù che per i golosi come me diventavano due, mettevano il giusto cibo per una gioia non solo eterea, ma anche materiale. E se ci fosse piaciuta...una confezione di farina gialla, per rimangiarla e per farla sentire ai nostri famigliari assenti, ma solo perchè parenti di persone come noi, meritavano.

Insomma una mattinata incredibile.

Andrea Bartalesi

Ecco ora alcune foto di quelle che io ho scattato (così mi riposavo un attimo, ma non lo dite in giro)

 

un piccola chiesetta, subito dopo il bivio per la 18

 

da sinistra la Tambura, nel centro, un effetto prospettico, la Roccandagia per finire con hli Zucchi di Cardeto e la cima del Pisanino

una piscina e una casa dove una donna, arrivata, ieri diceva da intenditrice...posto perfetto per passare il tempo con la persona giusta

 

e la donna che era con lei,donna anche lei intenditrice ma scettica... certo...ce lo dovresti portare perchè qui di giusto cìè solo il panorama 

questa è la donna sognatrice

e quello è il Forato!!! quale? Il monte Forato è quello con due cime e nell'arco, il Foro

e nell'ultimo tratto della salita, ci appare oltre la piccola valle ripida che va a trovare l'Ania, Coreglia Antelminelli

la Chiesa di San Giusto, con un ampio romitorio, a Tiglio Alto

l'interno della chiesa

il panorama a sud ovest

e a nord ovest

la pieve di Focchia

il ponte

i lavatoi

la fontana

e...la polenta.

Andrea Bartalesi