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GLI ALPINI E PONTE A MORIANO

12/07/2022

a cura di Andrea Bartalesi

Tornare a Ponte a Moriano per la Marcia degli Alpini, è sempre bello, anche se è una consuetudine, ormai. Domenica hanno fatto una variante piacevole e mi sono trovato all’arrivo contento.

Il giro a Saltocchio ridotto, il vecchio viale che porta alla Villa Querci, campi di girasoli implumi, con una vedetta, sola, gialla che guardava a est, il sole, che usciva dietro case lontane.

A Saltocchio, una mia curiosità, cercavo la casa di Arrigo Benedetti. Ogni sua notizia parla di nascita a Saltocchio, dove tornava ecc. ecc. Mi fermo e parlo con una bandierina che sa, uno del posto, conosce le case, conosce la storia, conosce.

Mi dice che Arrigo non viveva qui, ma in una villa oltre San Gimignano, in un posto in collina, e incontrata la dimora, al Benedetti, finisce la strada, e crede che sia in vendita. Ringrazio. Torniamo al bivio per il Convento dell’Angelo, ma ci mandano a Palmata, case che colorano con i loro fiori, le loro ombre, i loro alberi, crediamo di andare a Ciciana, ma ci fanno girare e tornare sulla via per il Convento, il solito sentierino, contatto con la terra, le more che cominciano a insaporirsi, alla strada ci dividiamo dalla 6 km e saliamo per questa strada che porta a Tramonte, pensando all’ultima guerra, a come molti lucchesi si fossero nascosti in questa località che aveva alle spalle i boschi delle Pizzorne. Mi fanno notare una strana anomalia sulla numerazione civica della via. Poche case che sembrano stazioni di posta, la strada bella, con le giuste ombre, il numero salta da 2230 (si fa per dire) al 3320 all’ultima casa prima del bivio che ci porta al Convento.

Lo aggiriamo, il Convento, e sono deciso a tornare a vedere la facciata classica del Nottolini.

(Il convento dell'Angelo (noto anche come collegiata di San Michele o monastero dell'Angelo) è una chiesa di Lucca. La chiesa e il convento, voluti dal duca Carlo Ludovico di Borbone per i Padri Passionisti, furono edificati da Lorenzo Nottolini tra il 1827 e il 1830.
L'architetto dette qui forse la massima prova della sua vocazione alla realizzazione di complessi in cui l'adesione alle forme dell'antichità, mediata dallo studio dei modelli rinascimentali, si sposava a una sensibilità straordinaria per le caratteristiche del luogo.) (da www.mulinoisola.it)

Hanno messo due cancellini da dove possiamo accedere con l’unica accortezza di richiudere. Stupendo.

Poi affronto il “solco dell’Angelo”, una discesa ripida e ansiosa, forse preferibilmente da fare in salita, ma luogo storico, da non perdere, “girovoltando” fra alberi e sassi, due case come riferimento e ci troviamo zona Vinchiana.

Il solito camminamento sopra la statale, la Centrale, il giro intorno al Mennucci, quasi un inchino di Schettino all’Isola del Giglio, e siamo all’arrivo. Un grazie al gruppo Podistico di Saltocchio che ha sostituito gli Alpini in questo famoso impegno. Grazie ancora

Andrea Bartalesi

Ecco alcune foto