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E' MORTO GILBERTO GIANNINI

19/01/2012

a cura di Andrea Bartalesi

 

 

 

 

QUANDO UN PODISTA SE NE VA

E' morto Gilberto, Gilberto Giannini. La morte, quando arriva, è sempre un'ospite inattesa e indesiderata: solo un bussare che potrebbe far sospettare una sua venuta, mette i brividi lungo la schiena. Gilberto viveva solo. Ultimo di tre fratelli scapoli che avevano creato una loro società mutualistica familiare, viveva nella casa di una corte dove altre famiglie vivono. Qualcuno ha notato di non averlo visto negli ultimi giorni, qualcun altro si è insospettito per una porta chiusa troppo a lungo, hanno deciso di bussare, non hanno avuto risposta, hanno preso una scala, sono saliti e Gilberto era là, caduto accanto al letto da dove forse si era alzato per il malore che lo aveva preso. Non so se siano passati due o tre giorni. Sicuramente è passato troppo tempo. Sicuramente questa è l'assurdita di una vita nuova, dell'evoluzione in questi paesoni contadini che, dimenticate le case di corte, le veglie della sera, i focolari, diventano rifugi di operai industriosi e industriali, pronti a rispondere agli orari di entrata e uscita. Le osterie o i bar ormai non esistono, non hanno motivo di aprire i loro usci, scompaiono andandosi a fissare nelle vecchie foto ricordo del paese. Nessuno parla con il vicino che a volte nemmeno conosce. Villette a schiera, schierate come battaglioni di eserciti napoleonici, racchiudono i loro segreti. Le amicizie corrono sulla rete e mantengono un loro illusorio equilibrio virtuale. Non c'è il contatto di una stretta di mano, una risata insieme, una partita a scopa con qualcuno che, dietro le spalle, ti dice di non essere d'accordo con la tua giocata.
Ed io che abito a due chilometri di distanza, non ho saputo nemmeno del suo funerale! E la colpa è mia, perchè il mio andare e venire da impegni familiari non ha permesso la lettura di un manifesto mortuario: Gilberto Giannini di anni 78.
Gilberto fu uno dei primi podisti porcaresi, subito dopo il nucleo dei fondatori. Veniva con i fratelli, sopratutto con Giorgio e lo faceva con un pulmino con il quale andava, negli altri giorni, per ville a far gli "sparavelli". Aveva un fisico svelto dovuto anche da un passato da ciclista. Correva e lo faceva bene, si impegnava, otteneva dei risultati. Quando arrivava per caso dopo di noi, suoi compagni, diceva "Oh bi' potrei essere vostro padre!". Corse per primo la Maratona che organizzava il Marathon Pisa a Tirrenia e se ne faceva vanto con noi: "Vi aspetto alla maratona di Tirrenia". Quando nel 1984 anche noi corremmo la maratona di Firenze lui nel frattemp aveva partecipato al Passatore e là ci avrebbe aspettato.
Ricordo ancora la sua risata chioccia quando una donna garfagnina gli disse "avete proprio un bel postalino" parlando del suo pulmino. E io gli spiegavo che per la Garfagnana il pullman era il postale perchè portava la posta.
Era uno dei punti saldi del G.S.Porcari, insieme al Della Ghella, al Massoni, al Marliani, con i quali divideva la ribotta a Cecina l'ultimo giorno del calendario delle Tre Province. Non entrò mai nell'Atletica Porcari perchè non voleva scritte pubblicitarie addosso e questo pur non essendo un tipo dalle opinioni dure e cocciute. Rinunciò alla nostra associazione ma non alla nostra amicizia, frequentava le Tre Province, voleva raggiungere certi traguardi di "fedeltà". Rispondeva sempre al nostro saluto con quel suo "Oh bi'" con quella ristatina ripetuta, inframmezzata da frasi che sembravano mozze per la sua felicità di parlarti.
Era un alpino di quelli con il cappello e la penna sempre a portata di mano, andava ai raduni e in sezione. Grande fumatore, quando correva portava un rametto in bocca a mo' di sigaretta. Un giorno salii sul suo "postalino" per andare a una corsa, scesi e sapevo di fumo come una castagna dopo un mese nel metato. Poi anche lui smise di fumare. Per la corsa.
E ora se n'è andato e nemmeno l'abbiamo salutato.
Spero di farlo con questo scritto, anche per far sapere a chi lo conosceva e stimava perchè non lo incontreranno più la domenica mattina, con la sua tuta anonima senza scritte pubblicitarie, con quel suo "Oh bi'" e la sua risata come una cascatella segreta dei nostri boschi.

Andrea Bartalesi

 

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Nella foto scattata a Montecchio di Peccioli Gilberto è il secondo da sinistra, con i baffi.