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E COSI' SIAMO RIMASTI ... A PIEDI

07/03/2020

a cura di Andrea Bartalesi

Ed eccoci qua a tanti del mese (come si usava dire) senza le nostre risorse domenicali. Cominciai nel 1974 e salvo impegni sporadici, la domenica sono sempre stato presente. Dobbiamo pagare pegno alla globalizzazione. La meraviglia mi sorprende quando vedo che "italiani" hanno portato il contagio in tutto il mondo. Ma non erano i giapponesi che non stavano mai fermi ed andavano in tutti i posti con le loro macchine fotografiche?

No, abbiamo scoperto che gli italiani sono come argento vivo, oggi in Nigeria, ieri a Vicenza, ieri l'altro in Cina, e domani saranno a Singapore. Ma cosa girano? Per lavoro. Meno male che lo fanno per lavoro. Poi fermano una nave da crociera e sopra ci sono 90 italiani, qualcuno per lavoro (ma non erano i filippini che lavoravano sulle navi da crociera?) tanti per andare a giro. Abbiamo più voglia noi di girare di quei bei gitani di una volta. Di quelli che passavano per accomodarvi i tegami di rame o gli ombrelli. Sono spariti, quelli, sono tutti sulle navi da crociera.

Ma del resto raccontano, non senza una vena di arguzia, che Cristoforo, il Colombo, quando sbarcò in quella terra nuova che poi chiamarono America, ci trovarono un uomo di Bagni di Lucca che vendeva gli stucchin9i (presepi e statuine di gesso (stucco, da qui stucchini).

Speriamo in bene ragazzi, che chi prende il coronavirus possa guarire, facciamo gli scongiuri, restiamo ligi alle regole.

E noi pellegrini?

Date libero sfogo alla vostra fantasia, diventate esploratori, o curiosi personaggi che vanno per strada a naso alzato, se dalla vostra finestra vedete un colle dove non siete mai stati sopra, a pestarne la terra? Andateci!

Diventate dei David Crockett, dei Tex Wiler, dei Marco Polo, dei Livistone (chissà che poi non metteranno il vostro nome a un gabbiano, andate per boschi, per strade secondarie, andate a vedere Gombitelli e fatevi fare un panino al salame).

Abbiate fede, sorridete, e...camminate.

Voglio raccontarvi brevemente la mia prima camminata quando ancora non c'erano i Trofei, la Targa delle Tre Province era ancora nei meandri di qualche cervello accaldato.

Un pomeriggio eravamo in Torretta, seduti su una "sbraina" e guardavamo l'orizzonte, guardavamo Montecarlo. C'erano con me Rodolfo Profili, il Panattoni, e Pierluigi Puccinelli. C'era anche Giampiero Della Nina. Pierluigi, il nostro mai dimenticato diacono, parlava di Montecarlo. "Si va?" "Dove?"
"A Montecarlo" "Ma di dove si passa?" "A diritto, Torretta Montecarlo a diritto!" Giampiero doveva tornare a casa. Noi andammo. Fra la Torretta e Montecarlo, c'è il Leccio, ci sono prunai, boschi, cercammo di interpretare quel "a diritto" ed arrivammo a Montecarlo. Eravate giovani, direte. Certo, giovani e spensierati e quindi pieni di fantasia. Tornammo a casa per la strada che passa dal Turchetto, quella normale e ricordo che ero affamato.

Ragazzi, non state a letto, alzatevi, guardate fuori dalla finestra e partite!

Andrea Bartalesi