La Corsa di Paolo è stato un successo. Oltre tremila partecipanti. Da stropicciarsi gli occhi. La Corsa di Paolo non è una corsa. E' il ricordarsi da parte degli abitanti di un borgo (Montecarlo) di giorni tristi che a volte, come una nuvola, oscurano il cielo. E' il rivivere momenti di angoscia e farlo con felicità, abbracciando i ragazzi, i bambini, perchè Paolo era un ragazzo con tutti i suoi sogni che volavano in cielo come aquiloni. Lo riviviamo con persone che ogni giorno cercano di alleviare il disagio, il dolore di tanti altri Paolo. Di molti altri genitori di Paolo, non solo Giusi e Giorgio.Tanti giovani ti meravigliano per come sono tanti. Mamme con i figli e i loro compagni, palloncini colorati, nasi rossi finti, clown. Musica.
Oggi, dopo due giorni, riflettendo, ci viene un pensiero. Sabato pomeriggio sono mancati i podisti pisani, quelli con i quali condividiamo il sudore e la determinazione sempre, uniti da un trofeo delle Tre Province. Mancavano perché impegnati nel Vivicittà a Pisa. Dobbiamo evitare queste concomitanze. La Corsa di Paolo è un enorme cestino dove confluiscono contributi che andranno all'Agbalt (Associazione Genitori per la cura e l'assistenza di bambini affetti da Leucemia o Tumore), alla sua Isola dei Girasoli, zona pisana. A Montecarlo si raccolgono fondi per una grandissima iniziativa che ha sede a Pisa e i pisani vanno a correre alle Piaggie. Mi sembra che qualcosa non torni. Pensiamoci per l'anno prossimo.
