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A MONTEFEGATESI DA GRANAIOLA di Andrea

13/07/2020

a cura di Andrea Bartalesi

MONTEFEGATESI

In questo borgo ci arrivi in discesa. Hai il tempo di far asciugare il sudore e se a volte l’appiccicaticcio ancora ti dà noia, proprio all’ingresso della piazzetta ti trovi, alle spalle, una “pilla” (come direbbero i pistoiesi), una vasca con ai lati, contrapposte, due bocche d’acqua fredda che viene chissà da dove.

Poi, sai di Dante, non puoi non andare a fargli visita, ad ossequiarlo. E’ sulla sommità del paese. Prima un salto al bar, dove ci prendiamo un caffè, premio per essere arrivati qui. Mascherina noi e mascherina quelli seduti ai tavoli. Occhi che sembra di conoscerli, tavolini dove pare di veder volare le carte.

Prendiamo la pietrosa ruga, ripida, ai muri corrimano per un aiuto. Un uomo sulla porta, riempie il vano e ci parliamo senza intender cosa dice  Gli usci sono piccoli, nemmeno a misura d’uomo, le finestre strette, le strade piccole, gli abitanti possono tenersi per mano dalle finestre contrapposte, un edificio finisce così a punta che immagino il fischio del vento di tramontana, in quelle giornate invernali, che l’aria scende dalla foce a Giovo evitando di cozzare nel Rondinaio.

 

 

 

I gatti ci sono, muti e riposati, i fiori anche, un cane abbaia noioso, la padrona lo richiama. Squarci fra le case ci mostrano il campanile e la chiesa, bassa. Saliamo al punto panoramico e sulla scala, guardando in alto, ci sorprende lo sguardo tremendo di Dante. Ma chi l’ha fatto questo mezzo busto? Ragazzi, viene voglia di girare e tornare indietro. Ci scusiamo con lui, per la noia che gli arrechiamo e ci guardiamo intorno, in alto il monte Coronato nasconde il Prato Fiorito, gli appennini se ne stanno sopra di noi come castelli normanni, sotto la spina di case di Montefegatesi, tetti di cotto con macchie di ardesia, il sole fa splendere tutto. Scendiamo soddisfatti, e alla fontana, pronti per andarcene, incontriamo due amici, Tiziano Bartoli in bike e Ludo Dal Lago a piedi, venuti da Bagni di Lucca, dove torneranno. Baci e abbracci come se ci si fosse incontrati a El Calafate, città della Patagonia.

Sempre ingroppati per rimanere nei tempi previsti, ce ne torniamo indietro velocemente.

Eravamo partiti da Granaiola, parcheggiato la macchina in piazza dove, alla Marcia dei Colli Termali, la Renza e il Serafini facevano preparare il famoso Ristoro degli Alpini. Senza di questo, questa piazzetta, sembra piazza Napoleone.

La strada asfaltata, fra castagni e piante alte e verdi, un ghiro che attraversa, il profumo di buono e il fresco, con il ricordo di quante volte siamo passati di qui con il Giro dei Coli termali, ci fanno compagnia.

Prima, agli ultimi tornanti per arrivare a Granaiola, un capriolo, ha attraversato, giovane, con un colpo di reni ha guadagnato il ciglio e, tornato nel folto bosco, si è fermato un attimo per guardarci, quasi per prendere la targa, non si sa mai.

Prima Pieve di Monti di Villa, stesa sotto strada, con il campanile che sembra interrompere la deriva dei tetti, quasi fermarli.

 

 

Il Rifugio Fiori con i panni stesi sotto, nel praticello, poi ancora verso Monti di Villa, il campanile piantato in terra, come un picchetto dove appoggiarsi, dove fare leva, se ce n’è bisogno. Una presenza certa, sicura, nella canonica che si apre, non conoscono Don Biondi. Come!!??? Era lo zio di Grazia, venne quassù a 22 anni appena ordinato prete, ha passato la sua vita qui, poveruomo, e se qualcuno, come avvenne, lo chiamava a Montefegatesi per una puerpera che non aveva la levatrice, lui, con l’uomo che nel vento e nella tempesta era venuto a chiamarlo, c’era andato.

Ora mi fa venire in mente i versi di LLorca,

Non ti conosce il toro né il fico,
né i cavalli né le formiche di casa tua.
Non ti conosce il bambino né la sera
perché sei morto per sempre.
Non ti conosce il dorso della pietra,
né il raso nero dove ti distruggi.
Non ti conosce il tuo ricordo muto
perché sei morto per sempre.

Stupenda ode in memoria di Jgnazio Mejas, il torero!!!!

E sul tratto per la Chiesina di Sant’Anna, le farfalle si rincorrono, ti sfidano e si mettono in posa…….

Andrea Bartalesi