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A BAGNI DI LUCCA E' SEMPRE UNA STORIA di Andrea

03/04/2017

a cura di Andrea Bartalesi

Partiti da casa dopo uno scroscio che aveva oscurato il cielo, ancora buio, e bagnato l'asfalto, lucido e che rifletteva anche il nostro spirito, nero, ma anche fiducioso di andare incontro a una mattinata di pioggerella, ci siamo trovati, con il giorno, a capire che forse, anche ieri mattina, con la grazia del podista,  non ci saremmo bagnati.

E più ci avvicinavamo a Fornoli la fiducia aumentava. Ho incontrato Graziano e mi ha detto di certi accordi con il Divino, la Renza aveva troppo da fare, ma conoscendo Graziano sono partito certo che non mi sarei bagnato, se non di sudore. Un risalire verso Bagni di Lucca, fra chiacchere e bei ricordi, e poi, al bivio, subito dopo il sommesso brontolare della Lima, mi inoltravo nel silenzio, dove i battiti aumentavano e si propagavano per le selve rimbalzando sulle pietre della salita. Guzzano va guadagnato e quando lo vedi, un attimo prima, pensavi di non arrivare mai a vederlo. Attraversarlo e decidere per la 20, con il campanile di Pieve di Controne che si affacciava in cima al colle, in punta di piedi, sopra il bosco, quasi vedetta che avrebbe fatto la spia (a chi non lo so, ma avrebbe fatto la spia). Fabiana, vaglina di Coreglia, mi attendeva in cima alle salite, donna che ha nell'animo il bello della consolazione, e ci siamo fatti compagnia su quel tracciato che ci ha portato a Vetteglia (in passato ho già magnificato la terrazza, prospiciente sulla valle, con San Cassiano di contro e in alto il Prato Fiorito e il Coronato, giganti presuntuosi della loro aspra bellezza).

Nei boschetti che ci riportano a San Gimignano rifletto se il nuovo tratto, che forse ha scorciato qualche metro, ma visto che ne aumenta la salita, ne valesse la pena. Il forno da dove gli altri anni usciva una pizza caldissima, ha preso fuoco tempo fa e in terra i tizzoni spenti, neri, desolati, fanno tristezza. La pizza, freddina, al ristoro c'è. Buona. Saliamo verso Longoio e al Calvario immaginando il Cristo (ragazzi siamo a Pasqua!!!) che aveva anche la croce addosso (anche noi portiamo le nostre croci e anche se non sono fisiche e materiali non è detto che non siano abbastanza pesanti).

Scendere al romitorio della Santa Maria della Serra, con un sole che ti beatifica e persone gentili che ti offrono il cibo, come se fossimo pellegrini in viaggio per Roma, ci fa stare attenti al sentiero sempre più ripido e ingannevole. Fra ricordi di antichi malanni, periartriti (natedancane), arriviamo al megalattico ristoro degli alpini. Di castagne ormai nemmeno se ne parla, sembra una moda passata, come quando mangiavano la polenta con il salacchino, ma in compenso su un tavolo hanno disteso tutti i tipi possibili e immaginabili di affettato. Biroldo, lardo, salame, mortadella, rigatino...io guardo le croci che ci sono sopra, nel mio immaginario, con un timbro rosso stampigliato PROIBITO, PROIBITO, COLESTEROLO...trovo alcune fette di prosciutto che, adagiate su una fetta di pane integrale fresco, profumato, delizioso, diventa un cibo divino (da dei, quelli che vivevano nell'Olimpo, con la Teti (che non si occupava allora di telefono) che prendeva il "bere" dal fiume Lete (le cui acque non erano ancora imbottigliate frizzanti così come sgorgono). E per completare l'opera, vicino, un bicchiere d'acqua termale, che Fabiana, donna sensata e realista, sul mio dubbio se facesse bene o male, ha detto che senz'altro era vera perchè calda.

Insomma una mattinata che si rinnova ogni anno, venti km che richiedono sempre più uno sforzo e maggior tempo, ma affascinano, anzi, come nella storica reclame della Strega....

(Ricetta arcana, occulta più di quella della Coca-Cola, imponderabile più degli archivi vaticani e dei servizi segreti. Pozione giallo-abbagliante, color zafferano, che splende in bottiglie d’antan e scorre, a fine pasto, in bicchierini minuscoli. Filtro magico, netto e deciso, tutto d’un pezzo di vetro, fieramente d’epoca, indifferente alle mode del momento, solenne protagonista dei finali di partita; spavaldo e socievole, ma di una socialità del secolo scorso che rifugge la mondanità disordinata; animo in fondo schivo, legato a valori autentici, eppure grande animatore di gozzovigli e bisbocce.(da Sabba-to)

..diceva "Il primo sorso affascina, il secondo...strega!!!"

Andrea Bartalesi

chiesa di Pieve di Controne

volve vedere se facevo figura come il campanile

Coronato, Prato Fiorito e San Cassiano di Controne

queste sono alcune delle mie foto.

Grazie.

Andrea Bartalesi